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Takamasa, we love you!

Già con un nome del genere dovrei avervi fatto innamorare…

Esiste la parola Guaritore, per indicare Colui che guarisce, ma che dire per chi Comprende? per chi Sente?

Takamasa è appunto un Sentitore, un Comprensore, oltre che terapista e agopuntore.

Ho avuto la buona sorte di andare a farmi fare un trattamento da lui circa 3 anni fa, dietro indicazioni di alcuni amici che conoscono mondi tra i più vari.

È stata una splendida esperienza: mia madre stava morendo e io ero in un crogiolo di emozioni indifferenziate.

Sono arrivata da lui, che mi ha accolto con un sorriso e quella sua strana parlata sghemba di chi vive da anni con una lingua che mai sarà la sua.

Mi sono sdraiata sul lettino, gli ho detto 2 cose 2 su di me e mi sono svegliata 1 ora e mezza dopo.

Non so cos’ abbia fatto lui nel frattempo ma mi sentii leggera e più risolta, effetto che durò per giorni di sorrisi giapponesi stampigliati sul viso.

Come faccio di solito diffusi la voce tra tutti i miei amici esoterici ( quando si lavora sul sottile e sull’energia si deve essere almeno un po’ sintonizzati su questa lunghezza d’onda) che, potranno confermarlo se leggeranno questo post, ebbero anche loro beneficio e leggerezza dall’ incontro con lui.

Gli anni sono passati, ma il suo ricordo era sempre presente: è per questo che vorrei invitarlo a Pordenone, in modo che ancora più persone possano beneficiare della sua radiosa ed efficace presenza.

Ma, in concreto, che fa Takamasa?

Ieri sono stata a vedere, per la prima volta, una sua dimostrazione e siccome ero ben sveglia posso dirvi ciò che ho visto, anche se non è granché quello che ho compreso.

Lui sente, vede, comprende blocchi, ristagni, vortici emotivi e mentali, ascendenze genitoriali ed ancestrali che facciamo vivere in noi. Dopo averli visti te ne parla, sempre che questo ti serva a farti comprendere, e pulisce & stira il corpo fisico e quello mentale, riequilibrandoti.

Condisce poi il tutto con perle meravigliose di consapevolezza vissuta, che ti lancia con noncuranza e che la parte più profonda di noi non manca di accogliere.

Un’esperienza meravigliosa, che sarà anche possibile a Pordenone, inshallah, a Maggio.

Stay tuned…

Ti prosciugheranno no? No!

Giovedì scorso è stata una giornata pesante: avevo lavorato tutto il giorno e poi alla sera era programmato il corso di cucina ayurvedica, primo incontro della novella edizione della maga delle spezie. Nonostante tutto l’entusiasmo profuso e l’energia impiegata per il progetto e la sua diffusione, le partecipanti erano solo 4.             
Come un vero attore di teatro che dà il suo meglio anche per un unico spettatore presente, ho cercato di comunicare, con tutto l’entusiasmo possibile, le mie competenze e conoscenze, anche se ero triste e demotivata.                      Il giorno dopo non avevo nessuna, sottolineo nessuna voglia di lavorare.                 
Ero stanca, giù di tono e, scusate il francesismo, scoglionata.                  Avevo un trattamento alle 9.30 e provai a chiamare la ragazza per disdirlo, ma si sentiva che aveva una voglia matta di essere massaggiata e allora raccolsi le mie povere ossa e andai, sperando che tutto finisse il prima possibile.

Già entrando in studio mi sentiii subito meglio: ormai sono anni che ci lavoro e a forza di incensi, mantra e vibrazioni tenute al livello più alto possibile è un posto dove si sta bene anche solo entrando, a detta di tutti quelli che sono venuti.

Per fortuna la ragazza che dovevo massaggiare era un burro fuso: morbida, sciolta, fresca come un cespo di radicchio.                                    Mentre la massaggiavo successe la stessa alchimia che era capitata la sera prima: la stanchezza si trasformò in tranquillità, la malavoglia in bonomia, lo scoramento ( per non dire altro) in sorriso.                                    E allora ho pensato che questa è la magia del mio lavoro: dare e ricevere allo stesso momento.E la cosa più straordinaria è che ciò che dai e ciò che ricevi non è nè tuo, nè suo, nè mio, nè di nessuno: ci abita e ci vive.

Io non sono lì che profondo la mia energia su qualcun altro che supinamente la raccoglie e se la porta via lasciandomi più povera ed esausta.  Chi viene da me non mi toglie nente e io non dò niente a nessuno: altro non facciamo che far danzare l’energia che è in noi. Non devo difendermi, proteggermi dagli influssi di chi viene ad ascoltarmi o a farsi trattare. Io quando lavoro, sono in una relazione che, in quanto tale è scambio, gioco in cui tutti vinciamo. Io vinco perchè faccio del bene e donando mi ricarico; chi riceve vince perchè accoglie e accogliendo si arricchisce.

Per fare un lavoro in cui hai che fare con i problemi degli altri esseri umani, e sei in qualche modo chiamato ad aiutarli a risolverli, nella speranza che possano venire da te non perchè stanno male, ma perchè stanno bene e vogliono celebrarlo questo bene, aumentarlo, gustarselo appieno, dovresti sempre tenere a mente che sei uno strumento di un’energia a te infinitamente superiore, che è la responsabile finale della Cura e del Bene.                                                                                    Il tuo compito, grandioso, immane, è quello di essere un buon strumento, dedito, onesto, coraggioso, pulito, che possa permettere a quest’energia che tutto pervade di operare tramite te.

E, operando grazie a te, non può fare altro che aiutarti a stare sempre meglio: il pennello che dipinge l’aurora non è diverso dall’aurora stessa…                                        .